In un
incantevole paesaggio montano, che affascina per la spettacolare scenografia
creata da natura e arte, sorge una deliziosa cittadina: Orta San Giulio, che
vale la pena visitare per i numerosi
monumenti barocchi e le strade
porticate. Il suo aspetto suggestivo e romantico, ha
affascinato per secoli artisti, poeti e scrittori.
Silenziosa
e incontaminata,
si può visitare solo a piedi, passeggiando tra le strette viuzze ciottolose,
tra palazzotti barocchi e belle case adorne di logge, che creano una romantica
istantanea della suggestiva piazza
Motta, affacciata sul lago.
La
cittadina, in provincia
di Novara, si erge sulle sponde del lago d'Orta, profondo
quasi 150 metri, al centro del quale, sorge la pittoresca isola di San Giulio,
con l'omonima e antichissima chiesa, all'interno di un grazioso borgo, immerso
in una lussureggiante vegetazione.
L'isoletta
è facilmente raggiungibile grazie ad un regolare servizio di battelli.
Secondo
la tradizione era abitata da mostri, draghi ed enormi serpenti. Verso la fine del IV
secolo San Giulio,
giunse sull'isola, liberandola da questa creature infernali che
spaventavano gli abitanti. La dotò di fonti, vi piantò alberi e costruì una
chiesa, che dedicò agli apostoli. La leggenda
si carica di suggestione e racconta che quando una comunità si trasferì sull'isola,
fu nuovamente attaccata da uno dei draghi sopravvissuti, che
fino ad allora aveva trovato rifugio in una grotta. Il provvidenziale
intervento di San
Giulio, riuscì a liberare definitivamente la popolazione, che
per ringraziarlo intitolò a lui la chiesa e l'isola.
Questa
storia per quanto affascinante, non può essere suffragata da prove concrete,
tuttavia, la basilica
custodisce ancora la costola di un enorme animale, non identificato.
Sempre al
suo interno, si ammira una serie di affreschi
del XV secolo, oltre al pulpito in marmo nero, scolpito con
allegorie e simboli evangelisti.
In un'area
attigua alla sacrestia, si ammirano preziosi
reperti paleocristiani, risalenti al IV-V secolo, tra cui un
sepolcro e intarsiature marmoree.
Di fianco
alla basilica, c'è l'antico
palazzo vescovile che accoglie una comunità di suore
benedettine di clausura, conosciuta a livello internazionale per il restauro di opere d'arte tessile.