Arroccata sulla sommità di un alto colle, in straordinaria posizione panoramica, Volterra domina un vasto territorio caratterizzato da un ricchissimo patrimonio di risorse storiche, artistiche e ambientali.
Innanzitutto etrusco: in origine fu la città di Velathri, una delle dodici lucomonie che formarono la nazione etrusca, e che divenne la più importante base strategica della valle inferiore dell’Arno.
Le tombe volterrane non presentano tracce di decorazioni pittoriche o scultoree. Sono scavate nel sabbione, elemento costitutivo del colle volterrano, tanto che “volgarmente” vengono chiamate Buche etrusche. Volterra, sottomessasi ai Romani verso il 260, entrò a far parte, insieme ad altre città, della confederazione italica. Appartiene all’epoca augustea il bellissimo teatro romano fatto edificare dalla potente famiglia Caecina.
Ritroviamo Volterra nella prima metà del XII sec organizzata in libero comune e in lotta per difendere la produzione del sale di sorgente, i diritti di sfruttamento delle Moie nonché molti diritti sull’estrazione dello zolfo, del vetriolo e dell’allume nella zona di Larderello, Sasso e Libbiano.
Fu assorbita nello stato fiorentino nel XV sec., e il segno visibile del dominio fiorentino fu la costruzione del Mastio, la Fortezza/ voluta da Lorenzo il Magnifico.
L’Alabastro
Volterra è una città di pietra, perché di pietra sono le strade, di pietra sono le sue torri e i suoi palazzi e di pietra sono le sue mura austere. E di pietra, anzi: d’alabastro, è anche il suo artigianato.
Già gli Etruschi se ne servivano per costruire sarcofaghi e urne cinerarie con ricche decorazioni raffiguranti l’immagine del defunto insieme a scene di vita quotidiana, ad immaginari viaggi nell’oltretomba e ad episodi famosi della mitologia greca.
L’artigianato alabastrino comincia però a rifiorire nel 1600 quando, oltre ad opere esclusivamente artistiche si estende la lavorazione ad oggetti di arredamento da lanciare sul mercato.
Oggi poche sono le botteghe artigiane rimaste nel centro storico, ma ad esse e a quei pochi veri artigiani che in esse lavorano è affidata la conservazione della tradizione e il compito di indirizzare la produzione verso la sua rinascita.
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