I riti arborei che caratterizzano molti degli eventi tradizionali primaverili sono presenti anche in alcune manifestazioni carnevalesche nel Trentino. In questi eventi il Carnevale è vissuto come preludio alla Primavera, il periodo in cui emergono le energie vivifiche e germinative. Il richiamo all'evento naturale che è diretto e determinante all'inizio della buona stagione è unito al valore catartico, di purificazione, che caratterizza il Carnevale. E' noto infatti che recesso" segna il periodo precedente la Quaresima, in cui invece domina “l’astensione" e il "rigore", e si conclude con un evento di purificazione (un rogo in genere) che vi pone termine. Grauno, prima del Martedì Grasso, seguendo rigorosamente l'indicazione della guardia forestale, viene abbattuto e poi sfrondato un maestoso pino, trasportato in seguito sulla piazza del paese, dove Martedì di Carnevale viene inscenata la "Commedia". Durante quest'ultima, con un motteggio tipico del Carnevale, vengono sciorinati fatti e misfatti di personaggi noti.
L'ACCENSIONE DEL PINO. Un sommario processo, che individua, tradizionalmente, come colpevole l'ultimo sposo dell'anno, conclude la recita con la condanna di quest'ultimo a "battezzare" il pino, che trasportato lungo il paese sul "Doss del Carneval" (una piccola altura) viene piantato in una buca profonda. Il pomeriggio fra canti e balli frenetici il pino viene addobbato e la sera incendiato dallo sposo e dalla moglie. Diviene così una torcia gigantesca visibile in tutta la Val di Cembra, che fino a poco tempo fa era illuminata dai vari roghi, detti "carnevai", di tutti i paesi circostanti (pupazzi di carnevale, alberi o rotelle infuocate). Dalle scintille (bolife) del rogo ancora oggi gli anziani del paese sanno trarre auspici per il raccolto: se salgono in alto è segno infausto, se si alzano poco e ricadono ad arco (come spighe di grano e frumento cariche) sarà un'annata buona.
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